La nostra storia

Il mulino, in cui oggi sorge l’agriturismo, appartiene alla nostra famiglia da cinque generazioni. Regalo di nozze della trisnonna Maria alla figlia Rosalia e al genero Pietro, probabilmente torna a far parte del patrimonio Chanoux (il cognome di Piera, l’attuale proprietaria; probabilmente si tratta di una variazione del cognome “Chanouz” generata da errori di trascrizione notarile).
Documenti risalenti al 1600 attestano infatti che proprietario del mulino in quel tempo era proprio un certo Chanouz…difficile dire se antenato dello stesso Pietro a cui fu regalato nel 1913. Si trattava in ogni caso di un regalo importante, in quanto avrebbe permesso il sostentamento della famiglia.

 

MULINO, ARTIFICE COMPLEXE, AGRITURISMO: LE TRASFORMAZIONI NEL CORSO DEL TEMPO

Il bisnonno Pietro era una persona ingegnosa e, pertanto, non si limitò ad acquisirne la proprietà, ma volle apportare alcune migliorie:

  • nel 1914 sostituisce la vetusta ruota esterna in larice con delle turbine Pelton in ferro (ancora ben visibili oggi), procedendo al ricambio di tutti i meccanismi interni;
  • Poco dopo cambia le macine ma, accorgendosi che si tratta di pietra troppo morbida per la macina, le mura nelle pareti dell’edificio e le sostituisce con due più adatte: una per la segale e una per il mais (le macine inadatte sono poi state recuperate da Mauro – l’attuale proprietario – e costituiscono oggi il camino del nostro soggiorno).

Il mulino passerà poi ai figli maschi di Pietro – figli della prima moglie Rosalia: Roberto, Arturo e Lorenzo – che nel 1948 decidono di compiere un ulteriore passo: costruire la segheria ad acqua. Per fare ciò dovettero aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il nonno Arturo emigrò in Belgio dove inizialmente lavora nelle miniere di carbone per poi diventare operaio trasferendosi in cima al Monte Bianco e contribuendo alla costruzione della prima funivia per Punta Helbronner.
Durante questo periodo Arturo invierà tutti i soldi dei suoi salari al fratello Roberto, affinché possa realizzare il loro progetto e costruire quindi la segheria ad acqua che oggi maestosa, domina la sala da pranzo. Si può dire che l’agriturismo le sia letteralmente stato costruito intorno. Mentre la ruota in ferro che ne muoveva il meccanismo la potete ammirare all’interno della nostra graziosa Spa Evi.

La segheria permetteva di sfruttare ulteriormente l’acqua, utilizzata fino a quel momento solo per il mulino; si dava così vita di nuovo al concetto di artifice complexe, quale il mulino di Savin (viene spesso definito in questo modo il nostro mulino) era già anticamente conosciuto. Per artifice complexe si intende un insieme di artifici/meccanismi tutti mossi dall’acqua: nel nostro caso specifico vi erano un mulino, un follatoio per la lana ed una pesta per la canapa (le ultime due attività si erano già perse da tempo).

I fratelli decidono inoltre di stabilirsi in prossimità del mulino e costruiscono la casa adiacente, dove oggi sono ospitate le camere.

Alla morte di Roberto, nel 1979, Lorenzo si era trasferito altrove e Arturo, titolare di un’impresa di costruzioni, decide di chiudere definitivamente l’attività della segheria e del mulino. Nel 1994 la figlia di Arturo, Piera con il marito Mauro, decidono di dare nuova vita alla struttura trasformando il mulino in un agriturismo.

 

RECUPERARE COLTURE ANTICHE PER DIVENTARE AGRITURISMO ED AZIENDA AGRICOLA

La via non è però tutta in discesa: ai lavori ingenti che richiede l’edificio, si aggiungono le difficoltà di scegliere le colture adatte ad un territorio aspro come il nostro.
Se Mauro arriva dal campo dell’agraria e da una famiglia di allevatori (suo padre Rinaldo, sebbene originario di Champorcher, si occupò della gestione di grandi cascine in Piemonte), a Piera invece piange il cuore vedendo i luoghi della sua infanzia decadere.
Dopo varie idee giungono ad una soluzione tra tradizione e modernità: dal punto di vista agricolo verranno recuperate le vecchie colture di castagno, segale e patate dando però uno spazio molto ampio ai piccoli frutti (lamponi e mirtilli principalmente); mentre per la struttura si procederà ad un recupero attento, creando uno spazio ampio e camere per i futuri ospiti.

Fu così che nel 1996 arrivano i primi frutti della terra: lamponi, mirtilli, fragole e patate. Intanto i lavori in agriturismo sono eseguiti da Mauro, che aveva lavorato anche come muratore, aiutato dal resto della famiglia e da diversi artigiani.

 

L’INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA

20 luglio 2001: finalmente, dopo molti sforzi tanti sacrifici, apre l’agriturismo Le Moulin des Aravis. Al fianco di Piera e Mauro, in questi ormai 20 anni di attività, trovate i loro figli: Alessia, Jean-Claude ed Héléna, la piccola della famiglia che all’epoca dell’apertura aveva solo due anni.

Nel 2010 Jean-Claude prende in gestione il rifugio Miserin, lasciando così “il nido”, se non per aiuti sporadici mentre Alessia, che ancora oggi si occupa dell’agriturismo insieme ai genitori, resta per portare avanti l’attività di famiglia.

Nel corso di questi 20 anni, come i nostri avi prima di noi, abbiamo cercato di adattarci alle esigenze che il progresso richiede (l’attenzione per l’utilizzo delle energie rinnovabili, la creazione della Spa, le ristrutturazioni), sempre con un occhio di riguardo alle nostre radici: il mulino e la segheria costituiscono il fulcro della nostra attività, l’acqua come fonte inesauribile di vita – non solo di energia – ed infine la montagna, la nostra casa.

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