Il carnevale nella Valle di Champorcher (Valle d’Aosta) tra storia e leggenda

Che sia una maschera o uno scherzo, un carro o un falò, il Carnevale è sinonimo di metamorfosi, eccesso, morte e rinascita, di luce, ma anche dell’emergere di lati oscuri.

Una tradizione che affonda le sue radici in tempi antichi e che poco alla volta si è adattato ai tempi che percorreva, ricalcando diverse credenze e assumendo nuove simbologie.

 

Anche la Valle d’Aosta conta fra le sue attrazioni Carnevali storici degni di essere vissuti ed assaporati. In questo articolo vi parlerò di due manifestazioni che hanno origini antichissime e che, secondo me, sono imperdibili!

 

Le origini del carnevale

Il Carnevale affonda le sue radici archetipiche in tradizioni antichissime e con il ruolo di ripercorrere fatti realmente accaduti, che hanno segnato la comunità che li ricorda, tanto da volerli festeggiare per giorni interi; ed è proprio ciò che accade nei Carnevali della bassa Valle d’Aosta, a soli 15 km dal nostro agriturismo.

 

Il carnevale di Verres ed i conti

Mitico motto del Carnevale di Verres è “ Vive Pierre d’Introd et Madame de Challand!” e guai a chi non risponde a squarciagola “VIVE! VIVE! VIVE!”, a perpetua memoria della contessa che per prima scese tra il popolo a danzare, ponendosi a loro pari, e riconoscendo loro dei diritti. 

 

Questi giorni sono l’espressione proprio di quella tradizione medievale che vedeva nei giorni del Carnevale una sospensione di tutte le regole e uno stravolgimento dell’ordine sociale.

 

Trombe e tamburi annunciano per quattro giorni l’arrivo dei conti e del loro seguito per le strade del paese, con festeggiamenti che ogni sera culminano nel castello abbarbicato sulla rocca: un ambientazione magica che vi riporterà indietro nel tempo.

 

Il carnevale di Pont-Saint-Martin: tra storia e leggenda

A Pont-Saint-Martin, invece, il Carnevale è una commistione di storia e leggenda, santi e guerrieri, fate e diavoli. Ben tre sono infatti le vicende che vengono esaltate da questo Carnevale storico.

 

La prima, la più romantica, narra della fata del fiume Lys, che, indispettita per gli atteggiamenti ostili di alcuni contadini, ingrossò i flutti del fiume tanto da distruggere le case di coloro che l’avevano offesa, risparmiando però il mirabile ponte. 

La Ninfa, bellissima e temibile, lancia mimose e caramelle dal suo carro di onde spumeggianti e altro non è in fondo che l’espressione di quella primavera che dopo mesi di inverno freddo e buio, tutti un po’ aspettiamo con impazienza…Non vi sembra?

 

La seconda racconta invece la leggenda della costruzione del ponte: Pont-Saint-Martin necessitava di un passaggio sul fiume, dopo che l’ultima piena del Lys aveva distrutto quello preesistente. Il diavolo in persona si offrì di fare questo dono, in cambio dell’anima di colui che, per primo, l’avrebbe attraversato.

San Martino quindi decise di acconsentire, ma solo dopo qualche minuto di riflessione: il Diavolo costruì il ponte e, tutto tronfio, pretese quella prima anima sventurata che gli era stata promessa. San Martino allora lanciò una pagnotta lungo il ponte e un cane, rincorrendo il lauto pasto, finì per essere la vittima del Diavolo, che indemoniato, minacciò San Martino e l’intero paese di una imminente rivalsa.

 

Sacrificio e leggenda si intrecciano in questa rievocazione che forse più di altre rappresenta lo spirito intrinseco del carnevale: il sacrificio del vecchio per lasciare spazio a ciò che è nuovo…non è infatti un caso che il martedì grasso si concluda proprio con l’impressionante falò di quel diavolo malvagio e temuto, che teneva sotto scacco l’intera comunità. 

 

Infine la rievocazione di coloro che quel ponte lo hanno costruito per davvero: i romani; nel corso del Carnevale Pont-Saint-Martin si trasforma in un’antica urbs con insulae che non perdono occasione di scontrarsi, sbeffeggiarsi e confrontarsi nelle più disparate competizioni: dalla corsa delle bighe alle decorazioni della propria insula.

 

La festa del carnevale in Valle d’Aosta

Anche i nostri carnevali sono quindi pregni di storia e di archetipi, viverli è il modo perfetto per perpetrare il rituale alla base di tutte le culture del carnevale: sprigionare tutte le energie ingabbiate dal invecchiamento della coscienza e dal suo ingabbiamento (momento rappresentato dall’inverno) per far ricominciare la vita.

 

Buon divertimento quindi…e ricordate che “a Carnevale ogni scherzo vale!”



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